Diderot Ensemble
Johannes Pramsohler violino
Georges Barthel flauto
Roldán Bernabé violino e viola
Gulrim Choi violoncello
Philippe Grisvard clavicembalo
Pierre Nouvel video
Damien Caille-Perret scenografia
Marie-Édith Leyssène luci
Théo Lavirotte tecnico video
In collaborazione con Konzertverein Bozen
J.S. Bach (1685 – 1750)
L’Offerta musicale BWV 1079
Regis lussu cantio et reliqua Canonica arte resoluta
Ricercar a 3
Ricercar a 6
Sonata a traversa, violino e continuo
Largo | Allegro | Andante | Allegro
Thematis Regii elaborationes canonicae
Canon 1, 2, 3, 4, 5
Fuga canonica in epidiapente
Canon perpetuus super thema Regium
Canon perpetuus
Quaerendo invenietis
Canon a 2
Canon a 4
Note al programma
La Musikalisches Opfer (Offerta Musicale) di Johann Sebastian Bach è uno dei capolavori più affascinanti e complessi del repertorio barocco. Composto nel 1747, questo lavoro si basa su un tema musicale fornito dal re prussiano Federico II, noto come “tema reale”. La leggenda narra che il re, esperto flautista e appassionato di musica, sfidò Bach a improvvisare su questo tema durante una visita a Potsdam. Tornato a casa, Bach lavorò ancora sul tema, trasformandolo in una raccolta che inviò al re come simbolico dono musicale: l'”offerta”. L’opera si compone di diversi brani, tutti ruotanti attorno al tema reale e alla sua elaborazione contrappuntistica. Il fulcro dell’opera è costituito dai nove canoni, ognuno dei quali esplora vari aspetti della struttura musicale. In questi canoni, Bach utilizza tecniche innovative per l’epoca, come il canone a specchio (dove il tema si riflette come in uno specchio), il canone retrogrado (in cui il tema viene eseguito al contrario) e il canone enigmatico, un indovinello musicale che richiede all’esecutore di interpretare l’intenzione di Bach. Aprono l’opera, due Ricercari (fughe), uno a tre voci e uno a sei voci, complesse architetture sonore che sviluppano un tema in continuo movimento, sintetizzando l’essenza della scrittura polifonica di Bach. Nell’Offerta è compresa anche una sonata in trio per flauto, violino e basso continuo, strumento particolarmente gradito a Federico II, che completa l’opera con un tocco più intimo e accessibile, forse un omaggio al gusto del re per la musica da camera.
Un’opera d’arte, un manifesto delle capacità intellettuali e compositive di Bach. La struttura rigorosa e la complessità delle composizioni riflettono da un lato la sua devozione all’arte musicale, dall’altro il suo desiderio di sperimentare, innovare e mettere alla prova i limiti dell’armonia e del contrappunto.
La Musikalisches Opfer è considerata uno dei primi esempi di “musica assoluta” priva di intenti descrittivi esterni, creata unicamente per esplorare il potenziale espressivo e intellettuale della musica stessa. Questo aspetto influenzerà profondamente la musica strumentale, ponendo le basi per un’arte che vive e si giustifica nella pura struttura sonora, libera da scopi narrativi o di intrattenimento.
Per gli ascoltatori di oggi, l’opera rappresenta una sfida e un’opportunità: comprendere come il genio di Bach riuscisse a coniugare regole rigide e creatività libera, offrendo un’esperienza musicale che, a distanza di secoli, continua a stupire e a ispirare.
Alessandro Arnoldo