Vision String Quartet
Florian Willeitner e Daniel Stoll violini
Sander Stuart viola
Leonard Disselhorst violoncello
A. Webern (1883 – 1945)
Langsamer Satz
M. Ravel (1875 – 1937)
Quartetto per archi in Fa magg.
Allegro moderato – Très doux | Assez vif – Très rythmé | Très lent | Vif et agité
Spectrum Songs
Note al programma
Il Langsamer Satz di Anton Webern è una delle sue opere giovanili più intense ed espressive. Composto nel 1905, questa pagina per quartetto d’archi si ispira al linguaggio tardo-romantico di Brahms e Mahler, con linee melodiche ampie e una scrittura armonica ricca di cromatismi. Webern, noto per il suo stile essenziale e atonale sviluppato più tardi nella Seconda Scuola di Vienna, qui mostra invece un lato lirico e appassionato. Il brano è un’esplorazione delle emozioni umane, con un crescendo di tensione che culmina in momenti di grande intensità prima di dissolversi in un finale sereno e contemplativo.
Il Quartetto in Fa maggiore di Maurice Ravel, composto nel 1903, è una delle pietre miliari del repertorio cameristico. Nel primo movimento, il compositore adotta una scrittura melodica raffinata, con un intreccio di temi che si sviluppano con grazia e trasparenza timbrica. Il secondo movimento, caratterizzato da un ritmo incisivo e colori percussivi ottenuti con l’uso del pizzicato, introduce un’energia quasi danzante. Il Très lent offre un momento di profonda introspezione, con armonie sospese e una melodia che si snoda con estrema delicatezza. Il finale, Vif et agité, riprende i temi precedenti e li trasforma in un vortice sonoro, portando a conclusione il quartetto con un’esplosione di vitalità e dinamismo.
Con una selezione dall’ultimo album, Spectrum, il Vision String Quartet offre un assaggio del suo approccio innovativo alla musica per quartetto d’archi. Il loro stile fonde elementi classici con influenze jazz, folk e pop, esplorando nuove sonorità e possibilità espressive. Il gruppo si distingue per la capacità di alternare momenti lirici ed evocativi con episodi ritmicamente incalzanti, creando un’esperienza d’ascolto dinamica e coinvolgente. L’inclusione di questi brani nel programma dimostra come il quartetto d’archi possa attraversare epoche e generi senza perdere la propria forza espressiva.
Dalla sensibilità romantica di Webern alla raffinatezza impressionistica di Ravel, fino alle sperimentazioni contemporanee del Vision String Quartet, il concerto mette in luce la straordinaria versatilità di questa formazione, capace di reinventarsi costantemente e di offrire all’ascoltatore prospettive sempre nuove e inaspettate.
Alessandro Arnoldo