Leonkoro Quartet
Jonathan Schwarz e Amelie Wallner violini
Mayu Konoe viola
Lukas Schwarz violoncello
J. Haydn (1732 – 1809)
Quartetto in Fa magg. op. 50 n. 5
Allegro moderato | Poco adagio | Tempo di Menuetto: Allegretto | Finale: Vivace
A. Berg (1885 – 1935)
Lyrische Suite per quartetto d’archi
Allegretto gioviale | Andante amoroso | Allegro misterioso. Trio estatico | Adagio appassionato | Presto delirando. Tenebroso | Largo desolato
F. Mendelssohn (1809 – 1847)
Quartetto n. 4 in mi min. op. 44 n. 2
Allegro assai appassionato | Scherzo. Allegro di molto | Andante | Presto agitato
Note al programma
Haydn, primo grande maestro della forma del quartetto d’archi, compose i sei quartetti op. 50 nel 1787 e li dedicò al re Federico Guglielmo II di Prussia. Il primo movimento del Quartetto n.5 inizia con un affascinante duetto tra i violini. Un secondo tema emerge portando la viola e il violoncello a scambiarsi con i violini. Il Poco Adagio presenta una lenta progressione melodica in cui la voce del violino sale dolcemente mentre gli altri strumenti scendono. Occasionali note dissonanti interrompono la fluida linea melodica. Questi effetti ci suggeriscono l’appellativo del quartetto: Sogno. Un minuetto inizia il terzo movimento con un’elegante maestosità che presto si sviluppa in uno stato d’animo di inquieta libertà. Segue un trio che riprende il tema del minuetto con tutti gli strumenti all’unisono. Il movimento finale si sviluppa con un’energia vibrante che spinge l’opera verso una conclusione brillante.
L’ambiente culturale in cui Berg compose la sua Lyrische Suite per quartetto d’archi era complesso e fertile. La Vienna dei primi anni del XX secolo era un calderone di idee ed esplorazioni nel campo delle arti e della comprensione dell’anima. L’esatto significato del brano è emerso solo quando il musicologo George Perle portò alla luce una partitura in miniatura annotata dal compositore su quasi tutte le pagine, rivelando un programma segreto per l’opera: l’amore clandestino tra Berg e Hanna Fuchs-Robettin, “un piccolo monumento a un grande amore”. L’Allegretto gioviale è una sorta di preludio, che presenta i principali materiali musicali. Il secondo movimento rappresenta una scena domestica con Hanna e i suoi due figli, il terzo, un’ansia sussurrata che esplode nella sezione centrale, il Trio estatico. La musica del Trio viene sviluppata nell’Adagio appassionato, non più in sordina come nella sua presentazione iniziale. Il Presto delirando è un movimento di “presagi di orrori e dolori a venire”, avvincente evocazione del mondo interiore di un uomo tormentato.
Passione e virtuosismo non mancano nel Quartetto n.2 di Mendelssohn. Il compositore rinuncia a un’introduzione lenta per entrare subito nell’azione di questo primo movimento più sostanzioso – per dimensioni ed emozioni – con il soggetto melodico principale che si innalza su un accompagnamento agitato. Nello Scherzo tornano a sgambettare i suoi elfi mentre l’Andante, un dolce Lied ohne Worte, prepara il terreno per un finale lussureggiante e nitidamente ritmico.
Alessandro Arnoldo