Adolfo Gutierrez Arenas violoncello
Josu de Solaun pianoforte
L. van Beethoven (1770 -1827)
Sonata in La magg. n. 3 op. 69
Allegro ma non tanto
Scherzo. Allegro molto
Adagio cantabile – Allegro vivace
E. Bloch (1880 – 1959)
From Jewish Life B. 54
Prayer
Supplication
Jewish Song
F. Schubert (1797 – 1828)
Sonata in la min. “Arpeggione” D. 821
Allegro moderato
Adagio. Allegretto
—–
Note al programma
Nella Sonata op. 69, non troveremo un Beethoven inquieto e ribelle, bensì un compositore radiosamente sereno, che scrive senza sforzo alcuno nel modo tradizionale dell’alto classicismo, costruendo melodia dopo melodia dagli stessi elementi di base e vagando con spensieratezza da una sezione all’altra come se stesse esplorando le varie sale di un bel museo. Nel perfetto equilibrio tra pianoforte e violoncello, le caratteristiche essenziali del primo movimento contribuiscono come pezzi di Lego alla costruzione del successivo passaggio nel modo minore: un’esplosione di pathos alla maniera italiana ad anticipare un flusso di arpeggi a quattro corde nel violoncello contro i tremoli del pianoforte. La ripresa è una versione abbreviata dell’esposizione, prolungata da una coda che indugia pensosamente sui ricordi dei temi principali del movimento. Lo Scherzo è un elegante gioco che ci sfida, tramite le sincopi, a tenere il filo ritmico con un misurato sollievo nella sezione più stabile del Trio. Il compositore sembra divertirsi troppo per indulgere in un movimento lento e si accontenta di poche frasi riflessive per poi passare al Finale. Quest’ultimo movimento, in forma di sonata, divide la sua attenzione tra un primo tema movimentato e un secondo più pacato, con alcuni colpi di scena cromatici nello sviluppo per aggiungere un po’ di pepe alle aspettative armoniche.
From Jewish Life è un insieme di tre brevi impressioni musicali, scritte da Bloch nel 1924 per il violoncellista Hans Kindler. Preghiera ha il sapore di un’invocazione intonata in una sinagoga. Supplica rivela un senso di urgenza con la sua energia lieve ma veloce. Il carattere del Canto ebraico è lirico, moderato e semplice con una sequenza discendente a richiamare il tipico canto popolare ebraico dell’Europa orientale.
L’arpeggione a sei corde era una specie di grande chitarra tenuta tra le gambe e suonata con un arco come il violoncello. Lo strumento esiste ancora, ma i suoi adepti sono pochi e la Sonata di Schubert è suonata oggi in trascrizioni per viola o violoncello. La Sonata ha l’essenziale qualità viennese di sorridere attraverso le lacrime. Schubert la rende con improvvisi cambi di tonalità da maggiore a minore, armonie altamente cromatiche ed eleganti trame che accompagnano e collegano il tutto.
Alessandro Arnoldo