Avi Avital mandolino
Omer Klein pianoforte
Our Song
J.S. Bach (1685 – 1750)
Partita n.2 in re min. BWV 1004
Allemande | Courante | Sarabande | Gigue | Chaconne
Con improvvisazioni e composizioni ispirate alla tradizione jazz ebraica composte da Avi Avital e Omer Klein
Note al programma
Uno dei tratti distintivi di un vero artista è quello di spingere la sua creatività oltre i confini conosciuti e di compiere balzi al di là di dove gli altri abbiano precedentemente messo i piedi o, in questo, le mani. Così, il giovane Avital, muove le sue dita e la sua fantasia in direzioni inaspettate, attraverso il suo affascinante mandolino, dedicandosi, da qualche anno a questa parte, a eleganti e efficaci arrangiamenti. Tra questi, ovviamente, non può mancare la musica di Johann Sebastian Bach, eroe della sua infanzia. Come dice lui stesso “il suono speciale del mandolino offre una nuova prospettiva della musica di Bach”; di certo, il timbro sottile (ma pungente) dello strumento è particolarmente adatto alla scrittura lineare e alle dinamiche articolate delle pagine bachiane.
Il programma di questa sera, Our Song, si snoda attorno ad una di queste trascrizioni, riproponendo la versione mandolinistica di una delle sue più celebri Partite per violino solo. Se la musica polifonica non era destinata a essere suonata dal violino, Bach non ne era al corrente. Scherzi a parte, le sue Partite per violino solo rivelano chiaramente la portata delle sue ambizioni in questo senso. Le sei opere della raccolta sono ammirate non solo per l’ingegnoso sfruttamento delle capacità a più voci dello strumento, ma anche per le linee melodiche abilmente costruite che si posano perfettamente sulla tastiera. Evitare che l’ascoltatore si appisolasse, significava scrivere temi che impegnassero costantemente l’orecchio, mescolando scale e accordi spezzati, passaggi dalle corde più basse a quelle più alte e, soprattutto, saporite dissonanze che trovavano risoluzione in gratificanti cadenze.
Partita, nel linguaggio tardo-barocco, era sinonimo di suite di danza e gli ingredienti della Partita n.2 BWV 1004 sono: forma magnifica, purezza musicale senza precedenti e un compito per il violinista che è allo stesso tempo infernale e gratificante, tanto da esser definita l’Everest del violino.
Un omaggio a Bach, quindi, come punto focale di un concerto trasversale ricco di passione, creatività e contrasti che fanno incontrare in un’unica serata composizioni originali con brani della tradizione ebraica, il tutto abbondantemente condito da improvvisazioni jazz.
Un viaggio suggestivo che ci mostra, ancora una volta, il potere della musica di unire le culture: la classica incontra il jazz, il mandolino incontra il pianoforte, l’Oriente incontra l’Occidente. Nessun confine, tranne quello del buon gusto!
Alessandro Arnoldo