Marie Ange Nguci pianoforte
F. Chopin (1810 – 1849)
Rondò in Mi bem. magg. op. 16
R. Schumann (1810 – 1856)
Kreisleriana, otto fantasie op. 16
Ausserst bewegt | Sehr innig | Sehr aufgeregt | Sehr langsam | Sehr lebhaft | Sehr langsam | Sehr rasch | Schnell und spielend
M. Ravel (1875 – 1937)
Gaspard de la Nuit
Ondine – Lent | Le gibet – Très lent | Scarbo – Modéré
S. Rachmaninov (1873 – 1943)
Variazioni su un tema di Chopin op. 22
Note al programma
Il Rondò op. 16 di Chopin scorre in un unico respiro. Oscilla tra il risoluto e il dolce, cadendo qua e là nel rubato, nel brillante e nel leggiero. Il ritornello porta un’eco lontana di un krakowiak – da sala da ballo, piuttosto che da osteria di campagna. L’ultima apparizione del ritornello anticipa la coda, in cui l’esibizione pianistica raggiunge il suo apice. Il Rondò è corredato da un’introduzione che sembra un’improvvisazione frettolosamente appuntata, presentando frammenti che iniziano e poi si interrompono, come se si interrogassero a vicenda.
La creazione letteraria più famosa di E.T.A. Hoffman, il Kapellmeister Kreisler, un genio musicale mezzo matto che precipita nella follia, ispira il capolavoro giovanile Kreisleriana di Schumann. Con l’imprevedibile Kreisler come alter ego, Schumann può assecondare le dualità della sua personalità. La musica oscilla tra agitazione e calma lirica, tra terrore ed euforia. Con il senno di poi, è difficile non sentire una predizione di follia e di sventura nell’inquietante marcetta della sezione conclusiva del brano. Qualcosa di inquietante ci passa accanto e si dissolve in lontananza.
A. Bertrand introdusse il poema in prosa nella letteratura francese, definendo il macabro e il grottesco nella sua raccolta Gaspard de la nuit. Ravel scelse come ispirazione i tre titoli Ondine, Le gibet e Scarbo e disse: “La mia ambizione è dire con le note ciò che un poeta esprime con le parole”. Il consiglio è quello di leggere questi testi e poi ascoltare il luccichio dell’acqua, la voce seducente di Ondine e la pioggia delle sue risate. Ascoltare le sfumature d’animo evocate in Le gibet, quando la partitura richiede tre pentagrammi per annotare le terrazze di suono che il pianista deve sostenere, dal rintocco della campana al bagliore del tramonto. Ascoltare come questa cupezza si trasforma nel frenetico saltellare del minaccioso gremlin Scarbo, che alla fine scompare con l’improvvisa esalazione di uno stoppino esausto.
Il Preludio in do min. di Chopin costituisce il tema della prima opera di ampio respiro per pianoforte di Rachmaninov, le Variazioni su un tema di Chopin. In queste 22 variazioni, piuttosto astratte ma straordinariamente inventive, scopriamo un compositore che incanala le grandi tradizioni pianistiche del XIX secolo: la malinconia slava di Chopin, i ritmi di marcia e l’introspezione poetica di Schumann, lo sfavillio della tastiera di Liszt e la tavolozza sonora di Brahms. A queste caratteristiche Rachmaninov aggiunge la propria inclinazione per le tessiture stratificate, costellate di contromelodie e di un sobrio contrappunto imitativo.
Alessandro Arnoldo