Emmanuel Pahud flauto
Trevor Pinnock clavicembalo
Jonathan Manson violoncello
J.S. Bach (1685 – 1750)
Sonata in mi min. per flauto traverso e continuo BWV 1034
Adagio ma non tanto | Allegro | Andante | Allegro
Fantasia cromatica e fuga in re min. per clavicembalo BWV 903
G.Ph. Telemann (1681 – 1767)
Fantasia n. 10 in fa diesis min. per flauto solo TWV 40:11
A tempo giusto | Presto | Moderato
J.S. Bach
Sonata in si min. per flauto traverso e clavicembalo BWV 1030
Andante | Largo e dolce | Presto | Allegro
Suite n. 1 in Sol magg. per violoncello solo BWV 1007
Prélude | Allemande | Courante | Sarabande | Menuet I | Menuet II | Gigue
Sonata in Mi magg. per flauto traverso e continuo BWV 1035
Adagio ma non tanto | Allegro | Siciliano | Allegro assai
Note al programma
Questa sera sale sul podio il flauto traverso, che ai primi del Settecento stava soppiantando lo storico flauto diritto (o dolce, a becco…) di origini antichissime. Nel flauto antico si soffia direttamente nella canna di legno, con l’emissione dei suoni controllata da una serie di fori da aprire e chiudere direttamente con i polpastrelli. Le dimensioni della mano condizionano la lunghezza della canna, l’azione aleatoria delle dita sui fori rende incerta l’intonazione. Nel flauto traverso, invece, la dimensione (quindi il volume sonoro) cresce perché i fori si possono distanziare grazie alle chiavi. Il soffio laterale permettere migliore dinamica e, dunque, maggiore espressività.
Fra i tanti a coglierne le potenzialità troviamo Telemann, autore innovativo e originale, tanto da inventare un linguaggio polifonico anche in uno strumento dotato di una sola voce, come ben si coglie dalla Fantasia in fa diesis minore.
Prima di lui, anche Bach fu attratto da questo nuovo strumento. Nelle sue tre Sonate in programma, seguono il modello della scuola italiana con movimenti ben distinti che alternano passi lenti ed espressivi a passi veloci e virtuosistici. Ad eccezione della Sonata in si minore, la più moderna e complessa. La forma è particolare, con un movimento finale articolato in due distinte sezioni dal passo differente ma sempre ben sostenuto. Qui il flauto non è mai solista assoluto e il cembalo non è mero accompagnamento. Di regola il fluttuante melodizzare dell’uno nell’acuto ha una solida risposta cantabile nel basso dell’altro.
Il violoncello, che nel programma integra il clavicembalo nel basso continuo (Sonate BWV 1034 e 1036), nel primo Settecento è pure uno strumento relativamente nuovo, in procinto di rimpiazzare la viola da gamba. Il suo suono più nitido e secco si integra meglio con gli altri archi, fiati e ottoni aggregati nelle nascenti orchestre settecentesche. Anche Bach ne esplora le risorse, scrivendo le sei suite che da sempre stanno alle base del repertorio. Il principio è il medesimo adottato per violino e flauto: trasformare uno strumento monofonico in polifonico.
Non manca un pochino di spazio per il clavicembalo solo, strumento storico che Bach sa reinventare e rendere addirittura avveniristico. Basti pensare alla Fantasia cromatica e fuga che, con la sua fantasmagorica sequenza di arpeggi iniziali e il cantabile intreccio polifonico finale, è stata sempre considerata un capolavoro assoluto.
Alessandro Arnoldo