Note al programma Azione_Improvvisa Ensemble del 7 marzo 2023

4 Marzo 2023 | News

Azione_Improvvisa Ensemble

Margherita Berlanda fisarmonica 
Andrea Antonel
tiorba
Pierpaolo Dinapoli
chitarra elettrica
Daniela Fantechi live electronics

Anamorphosis

Don L. Pozzi (1613 – 1656) / D. Fantechi (*1984)
Zodiaco Celeste
selezione ed elaborazione di D. Fantechi

C. Monteverdi (1567 – 1643)
Maledetto sia l’aspetto
trasposizione di D. Fantechi

F. Perocco (1972)
Fiato – Première italiana

C. Monteverdi
Ritornello della Musica dall’Orfeo
trasposizione di D. Fantechi

A. A. Tarrés (*1986)
Solastalgia – Première italiana

C. Monteverdi
Ohimé ch’io cado
trasposizione di D. Fantechi

D. Fantechi
E già sapean le stelle – Première italiana

Z. Baldi (*1988)
Licheni

Note al programma

L’opera d’arte non è eterna, nel tempo esiste l’uomo e la sua creazione, finito l’uomo continua l’infinito. [Lucio Fontana]

Anamorphosis, al suo debutto mondiale in questo mese a Bruxelles e presentato alla Filarmonica in prima italiana, è un innovativo progetto europeo, volto a rendere attuale un dialogo sempre più necessario tra la musica contemporanea e la musica del passato, con un’attenzione peculiare al periodo barocco, epoca in cui la tiorba si afferma come strumento fondamentale. Come un’illusione ottica in cui il soggetto originale è riconoscibile solo se osservato in determinate condizioni, Anamorphosis offre un’immagine distorta di brani antichi trasfigurandoli e trasponendoli per l’organico peculiare dell’ensemble.  

Il Ritornello dall’Orfeo esplora la linearità della monodia accompagnata, proponendola in chiave minimalista; benché ancorata al linguaggio tradizionale del basso continuo è al tempo stesso soggetta a interferenze elettroniche. Maledetto sia l’aspetto e Ohimè ch’io cado sperimentano un gioco in cui la parola di Monteverdi viene sostituita da elementi gestuali, strumentali, rumoristici, mantenendo riconoscibile la struttura strofica dell’aria originale.  

A queste trasfigurazioni musicali si accostano, con la volontà di sviluppare una drammaturgia interna al programma: nuovi lavori in prima italiana. In Fiato la parola non è mai scandita con la volontà di creare una piccola miniatura da vivere a lume di candela, caratterizzata da fragilità e da tensione. In Già sapean le stelle il gesto strumentale diventa elemento di scansione temporale. Un catalogo di gesti percussivi ricorrenti che si susseguono, accosta un percorso armonico che si svela lentamente.  

Solastalgia utilizza la parola come elemento narrativo, creando una sorta di piccolo poema musicale basato su Le città invisibili di Italo Calvino. Gli interrogativi e le affermazioni di Marco Polo, protagonista del romanzo, sono qui punto di riflessione per l’ascoltatore di questo affresco musicale contemporaneo. La “nostalgia di casa quando si è ancora a casa” e l’inquietudine nel quotidiano pervadono la concezione musicale di queste pagine. 

A concludere il viaggio sonoro, Licheni, che vede nella sublimazione strumentale, raggiunta attraverso la ripetizione ritmica e gestuale, la sua cifra stilistica. Il pezzo si sviluppa per continua mutazione sonora con i timbri dei singoli strumenti dell’ensemble che vanno a costruire un unico grande strumento multiforme.

Alessandro Arnoldo

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