Calidore String Quartet
Jeffrey Meyers violino
Ryan Meehan violinoJeremy Berry viola
Estelle Choi violoncello
L. van Beethoven (1770 – 1827)
Quartetto op. 18 n. 6 in Si bem. magg.
I. Allegro con brio – II. Adagio, ma non troppo – III. Scherzo. Allegro
IV. Adagio “La Malinconia” – V. Allegretto quasi Allegro
S. Barber (1910 – 1981)
Quartetto in si min. op. 11
I. Molto allegro e appassionato – II. Molto adagio – III. Molto allegro – Presto
B. Smetana (1824 – 1884)
Quartetto n. 1 in mi min.
I. Allegro vivo appassionato – II. Allegro moderato à la Polka – III. Largo sostenuto – IV. Vivace
Note al programma
La tonalità di Sib magg. nelle mani di Beethoven è serena e agile come dimostra l’apertura gioiosa del Quartetto. Le parti del primo violino e del violoncello sono in dialogo tematico, mentre le altre custodiscono il tempo. Il secondo tema è simile a una marcia e l’esposizione conduce a un finale vigoroso. L’Adagio è un viaggio armonico lento e intricato, ricco di colpi di scena. Lo Scherzo diverte con sincopi e varietà dinamica. Le dolci battute iniziali de La Malinconia suonano come un lontano richiamo di corno, la scrittura è misteriosa, spettrale e triste. L’Allegretto, energico, ci dà la sensazione di essere rientrati dopo uno strano viaggio. Non ci siamo ancora liberati della malinconia, che ritorna come un triste ricordo. L’ultima sezione sfreccia verso un finale glorioso.
Nel Quartetto Barber attinge in modo astratto all’idealismo e romanticismo dell’animo americano. Il brano è composto da movimenti esterni speculari, ancorati dall’Adagio (successivamente scritto per orchestra d’archi). Il primo movimento inizia con un tema trainante che rivela una melodia ingannevolmente semplice e poi lascia il posto a una specie di inno simile ad una di quelle chiese bianche costruite su una strada di campagna. L’Adagio è come un respiro intenso che cresce fino a raggiungere il suo apice e che porta a una lunga e lenta espirazione. L’ultimo movimento è un’eco abbreviata del primo e alla fine non si è del tutto sicuri che sia finito, come se dovesse rimanere qualcosa sotto la nuvola dietro cui è scomparso.
Z mého zivota (Dalla mia vita). “Per quanto riguarda lo stile del mio Quartetto, lascio volentieri il giudizio ad altri e non mi arrabbio se non lo gradiscono, perché è contrario allo stile convenzionale della musica per quartetto”, scrisse Smetana “volevo rappresentare in note il corso della mia vita”. Il movimento d’apertura raffigura “l’inclinazione all’arte della mia giovinezza, il romanticismo predominante e anche una sorta di avvertimento in quel fatidico fischio dei toni più alti nel mio orecchio, che annunciava la mia sordità”. “La Polka mi riporta alla mia giovinezza quando frequentavo il mondo della moda”. L’ardente e lirico terzo movimento “riporta alla mente la beatitudine del mio primo amore per la ragazza che poi è diventata la mia moglie”. Il finale inizia come una gioiosa danza che viene bruscamente interrotta da quell’alto fischio di presagio. Seguono frammenti del primo movimento e il movimento si conclude con un’eco sfumata della danza.
Alessandro Arnoldo