Note al programma Ensemble La Vaghezza del 4 aprile 2022

28 Marzo 2022 | News

La Vaghezza
Mayah Kadish e Ignacio Ramal violini
Anastasia Baraviera violoncello
Gianluca Geremia tiorba
Marco Crosetto clavicembalo e organo

Sculpting the Fabric

T. Merula (1595-1665)  Ballo detto Eccardo, “Canzoni overo sonate concertate per chiesa e camera”
F. Cavalli (1602-1676)  Canzona a 3, “Musiche Sacre”
T. Merula  Ballo detto Gennaro, “Canzoni overo sonate concertate per chiesa e camera”

G. B. Fontana (1589-1630)  Sonata Settima, “Sonate a 1, 2, 3 per il violin o cornetto, fagotto…o simile altro istromento”
C. Monteverdi (1567-1643)  Cor mio non mori? E mori (rid. di M. Kadish)

B. Marini (1594-1663)  La Zorzi
G.B. Vitali (1632-1692)  Bergamasca, “Partite sopra diverse sonate”
F. Turini (1589-1656)  Sonata a doi violini. Secondo tuono

A. Gabrieli (1533-1585)  “Giovane donna sott’un verde lauro” (rid. di I. Ramal)
S. Rossi (1570-1630)  Sinfonia Nona, “Sinfonie et gagliarde, Libro primo”
A. Falconieri (1585-1656)  Folias echa para mi Senora Dona Tarolilla de Carallenos, “Il primo libro di canzone, sinfonie, fantasie…”

Note al programma

“Perché è ascoltando che ognuno di noi si commuove.” [Quintiliano]
Perché lo scopo, nel discorso musicale, cantato o no, è proprio quello di suscitare l’emozione, di mettere in moto gli affetti. Il programma di questa sera si basa sulla produzione strumentale dell’Italia del XVII sec. e copre gran parte del Seicento.
I Balli di Merula, attivo soprattutto a Cremona e Bergamo, con un’incursione alla corte di Varsavia, testimoniano un alto livello di trattamento delle varie parti. Il virtuosismo è in evidenza, in particolare ne Il ballo detto Gennaro, magnifica illustrazione del sobrio stile concitato ereditato da Monteverdi.
La Canzona a 3, tra le opere più famose di Cavalli, è emblematica del ponte che la retorica stabilisce tra la voce e lo strumento: qui il dialogo ruota intorno a due violini e al basso continuo che risponde, in un ritmo dapprima giocoso, poi più dolce e struggente, prima che gli esecutori, in ordine inverso, si uniscano in uno struggente lamento.
La Sonata di Fontana riproduce lo stesso principio dialogico, ma gioca maggiormente sul virtuosismo dello strumento, alternando passaggi veementi a passaggi più struggenti prima che tutti si riuniscano allegramente “in concerto”.
La dimensione ritmica, inscindibile dallo stretto legame tra la musica e il testo, trova una perfetta corrispondenza nelle riduzioni di due brani di origine vocale: la pagina di Monteverdi Cor mio non mori? E mori, tratto dal Libro IV, composto su una poesia anonima e la canzone di Gabrieli, Giovane donna sott’un verde lauro, composta su una sestina del Petrarca.
La Bergamasca, una danza molto popolare basata su un basso ostinato, vestita con le note suadenti di Vitali, compositore attivo alla corte degli Estensi a Modena, lascia libero il violoncello di dispiegare un discorso ricco di ghirlande virtuosistiche, privo di uno schema prestabilito.
Forse l’esempio più emblematico di questo discorso musicale basato su un basso ostinato, il cui significato primario è associato al divertimento sfrenato è il celebre motivo de La Folie, trionfo del pathos, la forma più autentica del canto umano. La versione di Falconieri, per due soprani e basso continuo, evidenzia la trasparenza del discorso e questo autentico cantiere sonoro, ricordandoci che l’oratore, nel discorso come nella musica, è prima di tutto un artigiano.

Alessandro Arnoldo

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