Ensemble Windkraft – Kapelle für Neue Musik
Maria Eleonora Caminada mezzosoprano
Stefano Ferrario direttore
L. Berio (1925 – 2003)
Folk Songs per mezzosoprano e sette esecutori
Black is the colour (Stati Uniti)
I wonder as I wander (Stati Uniti)
Loosin yelav (Armenia)
Rossignolet du bois (Francia)
A la femminisca (Sicilia)
La donna ideale (Italia)
Ballo (Italia)
Motettu de Tristura (Sardegna)
Malorous qu’o un fenno (Auvergne – Francia)
Lo fiolaire (Auvergne – Francia)
Azerbaijan love song (Azerbaijan)
G. Mahler (1860 – 1911)
Sinfonia n. 4 in Sol magg. (versione di K. Simon)
Bedächtig, Nicht eilen, recht gemächlich
Im gemächlicher Bewegung
Ruhevoll
Sehr behaglich “Das himmlische Leben nessuno”
Note al programma
Asparagi, selvaggina, vino… Chi mai avrebbe pensato che questi elementi avrebbero avuto un ruolo centrale nella più amata e suonata sinfonia di Mahler? La Quarta Sinfonia è infanzia. La sua origine risiede nella passione di Mahler per Des Knaben Wunderhorn, una raccolta di poesie popolari tedesche piena delle gioie della primavera, degli uccelli e di un mondo libero da tutte le preoccupazioni. Il movimento d’apertura, in forma tradizionale, ha una melodia incantevole, colorata dai campanelli tintinnanti di una slitta. La chiarezza dell’orchestrazione di Mahler, anche nelle pagine più concitate, è sorprendente. Una bella melodia segue l’altra e tutte sembrano sorridere. Il secondo movimento, una sorta di Scherzo, presenta un violino solista accordato più in alto rispetto alla normale accordatura, per suggerire un suono “di campagna”. Il terzo movimento è un tranquillo Adagio, particolarmente generoso coi violoncelli, che presentano il primo tema. Dopo un po’, il tempo accelera improvvisamente, richiamando la pulsazione dello Scherzo, con il tema principale travestito. Qui un riferimento che ci trascina alle ultime pagine della sinfonia. Il soprano solista ci guida: “godiamo delle delizie celesti”, dice. Un bambino immagina la vita spensierata in paradiso, piena di danze e di giochi, di buona musica, di buon cibo (asparagi…), di santi e martiri, in un’atmosfera di grande serenità e pace.
Le Folk Songs risalgono al 1964, residenza di Berio in California e furono create per l’allora moglie del compositore, il mezzosoprano Cathy Berberian, pioniera nell’ideazione e nell’impiego delle tecniche vocali estese. “Ho un sogno: creare un’unità tra la musica popolare e la nostra musica – un canale reale, percettibile, comprensibile…”. Così scrive Berio e nelle sue Songs ritroviamo questo legame. Basti pensare a Loosin yelav che descrive il sorgere della luna sulla cima di una collina, a Rossignolet du bois che canta “piccolo usignolo del bosco, mostrami come amare” o al Motettu de tristura, un altro canto dell’usignolo, questa volta dolente. Non manca l’amore, da A la femminisca, la preghiera di una donna di concedere il bel tempo per il suo innamorato pescatore a Malurous qu’o uno fenno “Misero colui che ha una moglie, misero colui che non l’ha… Felice la donna che ha l’uomo che vuole, più felice quella che non ne ha nessuno”.
Alessandro Arnoldo