Gabriela Montero pianoforte
F. Chopin (1810 – 1849)
Polonaise – Fantaisie in La bem. magg. op. 61
Allegro Maestoso
C. Franck (1822 – 1890)
Preludio, corale e fuga
S. Prokofiev (1891 – 1953)
Sarcasmes op. 17
Tempestoso | Allegro rubato | Allegro precipitato | Smanioso | Precipitosissimo
S. Rachmaninov (1873 – 1943)
Sonata n. 2 in si bem. min. op. 36
Allegro agitato | Non allegro | Allegro molto
Note al programma
All’inizio della sua carriera, Prokofiev coltiva l’immagine dell’enfant terrible. Con le sue opere virtuosistiche, il pianista e compositore diventa il terrore dell’establishment musicale. Nel 1914 completa i Sarcasmes e alla prima lascia irritata metà della platea (compreso il suo collega Rachmaninov!), ma i modernisti accolgono il suo linguaggio musicale deliberatamente dissonante come una partenza verso nuovi lidi. Ascoltando con attenzione il quinto brano, Precipitosissimo, possiamo sentire una risata maligna che, dopo un momento di pausa, ricade su colui che ride. Brevi, provocanti e geniali! Negli stessi anni nasce la sua seconda Sonata, in quattro movimenti, con un Allegro ma non troppo pieno di contrasti: il suo potente inizio lascia il posto a un secondo soggetto fluttuante e scorrevole, e Prokofiev contrappone queste due idee per tutto il tempo. L’Andante è accattivante, su un ritmo oscillante, la melodia principale canta dolcemente, sale al culmine per ricadere in una chiusura. Il Vivace conclusivo è percussivo, energico e dai colori brillanti.
La Polonaise – Fantaisie è una delle ultime opere di Chopin. Combina la tradizionale danza nazionale polacca (il ritmo è chiaramente udibile dopo la lunga introduzione) con la forma più libera della fantasia. Non mostra molto delle affascinanti melodie e dei brillanti ornamenti che avevano reso Chopin così popolare nei salotti, piuttosto, la sua brusca ruvidità punta al futuro musicale. Franz Liszt era inizialmente scettico: “In essa prevale una tristezza elegiaca, interrotta solo da movimenti violenti, sorrisi malinconici, slanci inaspettati, silenzi pieni di tremore…”, ma dovette ricredersi qualche anno dopo: “… non mi ero ancora reso conto dell’intima bellezza delle ultime opere di Chopin”.
La Sonata per pianoforte n.2 di Rachmaninov è una chicca da non perdere, al tempo stesso romantica, lungimirante e malinconica, sensibile alla tradizione e innovativa. L’eterno romantico sviluppa l’intero brano a partire dai brevi motivi delle prime battute e nella combinazione dei movimenti segue l’esempio della monumentale Sonata in si minore di Liszt. Non era, tuttavia, pienamente soddisfatto della sua opera: “Nella sonata ci sono tante voci che si muovono contemporaneamente ed è troppo lunga”, scrisse al suo biografo nel 1931 e nello stesso anno accorciò la sonata di quasi centoventi battute! Brano eseguito molto raramente probabilmente per il suo temibile e intricato virtuosismo.
Alessandro Arnoldo