Note al programma Oriente – Occidente del 9 febbraio 2023

9 Febbraio 2023 | News

Jordi Savall rebab, ribeca e viola da gamba soprano
Hakan Güngör kanun
Dimitris Psonis santur, oud, chitarra moresca e percussioni

Oriente – Occidente

Dialogo delle Anime. Un dialogo di musiche strumentali arabo-andaluse, giudaiche e cristiane intorno al Mediterraneo

Note al programma

Oriente – Occidente separati da un piccolo trattino, cui ognuno può dare il valore che crede: esclusione, inclusione, identità. La direzione che ci indicano queste melodie, scrupolosamente raccolte da Jordi Savall, è chiara e crea un dialogo fluente di musiche provenienti dalle tradizioni cristiane, ebraiche e musulmane e dall’epoca medievale, quando il Mediterraneo contribuiva a collegare piuttosto che a dividere le culture. All’emozione estetica si aggiunge, quindi, un sentimento ancora più intenso, quello di comunicare, per incanto, con un’umanità riconciliata.

Secondo lo scrittore libanese Amin Maalouf << Per ridare alla nostra umanità “disorientata” qualche segno di speranza, occorre andare ben al di là di un dialogo delle culture e delle credenze, verso un dialogo delle anime. Questa è una delle missioni insostituibili dell’arte. Ed è ciò che proveremo all’ascolto di queste splendide musiche venute da epoche e da terre diverse. Improvvisamente scopriamo, o riscopriamo, che le civiltà che ci sembravano lontane le une dalle altre, e addirittura nemiche, sono straordinariamente vicine e straordinariamente complici. >>

Strumenti musicali che identificano una tradizione, radicati nel suono e nella cultura dei propri territori: dal rebab, originario dell’Afghanistan e ad arco con un timbro tra i favoriti dell’Impero Ottomano e ancora molto in uso in Turchia, al suo discendente europeo, il rebec, più piccolo e dalla voce più leggera. Dal santur, un salterio iraniano, all’oud, cugino mediorientale senza tasti del liuto. Dal kanun, cetra a forma di trapezio della tradizione araba a tamburi e tamburelli di vario tipo, dimensione e provenienza, percossi con i polpastrelli e i palmi delle mani piuttosto che con bacchette e mazze.

Mettendo insieme questi elementi (strumenti e interpreti esperti) otteniamo un menu completo del sapore della musica tradizionale mediterranea, come poteva essere conosciuta da un viaggiatore in un’epoca precedente al conflitto su larga scala tra queste culture. Questo programma diventa quindi molto più di una semplice indagine storica o di un’esecuzione d’epoca, è un’autentica opera di umanesimo musicale che va oltre la musica, o la musicalità stessa, e che cerca di raggiungere le società ricordando loro gli interessi e la storia comuni.  

Alessandro Arnoldo

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