Quartetto Esmé
Wonhee Bae violino
Yuna Ha violino
Jiwon Kim violaYeeun Heo violoncello
R. Di Marino (*1956) String Quartet 2020 (Prima esecuzione assoluta su commissione della Società Filarmonica Trento)
I. Allegro – II. Adagio – III. Allegro
L. van Beethoven (1770-1827) Quartetto in mi min., op. 59 n. 2 “Razumovsky”
I. Allegro – II. Molto Adagio – III. Allegretto – IV. Presto
P.I. Caikovsky (1840-1893) Quartetto n. 1 in Re magg., op. 11I. Moderato e semplice – II. Andante cantabile – III. Scherzo. Allegro non tanto e con fuoco – IV. Finale. Allegro giusto
Note al programma
E’ possibile comporre musica partendo da elementi minimi, neutri, privi di una evidente connotazione stilistica o culturale come ad esempio semplici intervalli, cellule di poche note, strutture matematiche, ecc. Oppure si può comporre partendo da materiali che rimandano a qualche stile o cultura, come una particolare scala, un ritmo caratteristico, ecc. In questo quartetto d’archi ho seguito questa seconda strada. Ho scelto una scala e un ritmo dai sapori vagamente medio-orientali e alcune modalità di articolazione dei suoni dal carattere vagamente esotico. Questo materiale “insaporisce” una forma che è invece perfettamente europea, classica. Nessuna ambizione di creare qualcosa di nuovo ma un semplice gioco di accostamenti che ha come esito un musica impura, contaminata. (Roberto Di Marino)
Il movimento di apertura dell’op. 59 n. 2 annuncia la sua ambizione compositiva con un richiamo apertamente sinfonico e un silenzio carico, prima di lanciarsi in un’esposizione densa e nervosa: x un mix di economia tematica ed espansività della forma paragonabile alla Quinta Sinfonia, che Beethoven stava abbozzando proprio in quel periodo. Il movimento lento che segue con grazia, è una marcia lenta e nobile, un inno compassionevole. Un Allegretto leggermente incespicante e ritmicamente omogeneo si alterna a un Trio che brilla per contrasto con l’elaborazione vivace di un famoso tema russo in una combinazione di fuga e variazione. Il Presto finale racchiude la vivida polarità del buio contro la luce, questa volta in ordine inverso. Un tema di marcia fiera e veloce inizia in un temerario maggiore che presto si immerge nel minore per poi intensificarsi. La marcia diventa una corsa sfrenata e infine una breve, folle tarantella che termina una volta per tutte nel modo minore. Costantemente apprezzato fin dal suo debutto, il primo quartetto di Caikovski immerge il primo tema in un elegante salotto classico, con ricche armonie e un intenso contrappunto che celebrano il senso di unità del suono negli archi. Il celebre Andante cantabile ispirato da una canzone popolare ucraina, spazia dalla malinconia commovente all’estasi lirica capace, secondo il diario del compositore, di commuovere Tolstoj fino alle lacrime. Il tema sbarazzino e il sapore scuro dello Scherzo lo rendono al tempo stesso misterioso e festoso, mentre il Finale, virile e schietto, contiene il lirismo, le semplici armonie e i ritmi sincopati che caratterizzano l’intera opera.
Alessandro Arnoldo