The Tallis Scholars
Peter Phillips direttore
T. Tallis (1505 – 1585)
Loquebantur variis linguis
J. Mouton (1459 – 1522)
Nesciens mater virgo virum
A. Pärt (*1935)
The woman with the alabaster box
Tribute to Caesar
T. Tallis
Sancte Deus
J. Sheppard (1515 – 1558)
Libera nos
G. Allegri (1582 – 1652)
Miserere mei, Deus
T. Tallis
Miserere nostri
A. Pärt
Triodion
Which was the son of…
Note al programma
In questo programma Nuovo e Antico si intersecano alla perfezione: il sacro minimalismo di Arvo Pärt prende voce insieme ai più antichi Miserere di Allegri o Tallis.
Centrali le composizioni contemplative di Pärt, a partire da The woman with the alabaster box, il cui testo tratto dal Vangelo di Matteo è modellato in musica, esprimendo il contenuto della scena biblica. Le voci femminili ci conducono nella storia della donna che versa il prezioso unguento sul capo di Gesù. Il disappunto dei discepoli è reso dalle voci maschili; il discorso di Gesù è affidato alle voci basse e la sua predizione dal suono pieno del coro. Composto in occasione del 350° anniversario dell’episcopato di Karlstad in Svezia insieme a un altro brano per coro a cappella, Tribute to Caesar. Anche qui le parole di Gesù sono state affidate alle voci basse, mentre il discorso dei farisei che lo interrogano è cantato da tutte le voci. In Triodion Pärt ha selezionato tre preghiere ortodosse. La forma musicale segue la struttura del testo: tre parti precedute da una breve introduzione, come una dolce benedizione di chi inizia il suo viaggio. I tre canti hanno una natura omogenea con l’effetto di un discorso silenzioso, che raramente diventa più forte di una preghiera pronunciata a mezza voce. In Wich was the son of… la tradizione islandese dei nomi di famiglia ha dato al compositore l’idea di utilizzare un passo del Vangelo di Luca, che fornisce un ordine della discendenza di Gesù. Pärt ha risolto la monotonicità e le ripetizioni del testo utilizzando due diversi elementi musicali: l’accordo e la melodia. Quest’ultima porta alla polifonia a più voci alla fine della composizione, dove vengono evidenziati i patriarchi più antichi di Gesù, Adamo e Dio.
A circondare le note riflessive di Pärt, il linguaggio del Rinascimento, dal Loquebantur variis linguis di Tallis, un esempio di responsorio polifonico, al Nesciens Mater, ingegnoso canone di Mouton. Spazio anche per due grandi Miserere. Quello di Tallis, squisitamente canonico, utilizza la stessa partitura della Missa Puer natus est nobis e segue una tradizione di scrittura molto articolata che si ritrova sul continente e, infine, quello di Allegri, una composizione a nove voci del Salmo 51 tra le più famose musiche associate alla Cappella Sistina. Ad influire sulla fama, non tanto la partitura in sé, quanto gli ornamenti musicali tramandati per generazioni, che l’hanno trasformata in una leggenda. Fino al XIX secolo era vietato, pena la scomunica, far uscire dal Vaticano una copia della versione ornata. Eppure i miti abbondano, tra cui quello secondo cui Mozart l’avrebbe trascritta a memoria all’interno del suo cappello!
Alessandro Arnoldo