Programma
Ager (1962) Toccata & Fugue, op. 30 n. 1
G. Baker (1944) Deux Evocations
R. Ducasse (1873-1954) Pastorale in Fa magg.
H. Willan (1880-1968) Introduction, Passacaglia & Fugue, B.149
G. Verdi (1813-1901) Ouverture da “Un Ballo in Maschera” (arr. W. Marshall)
G. Verdi (1813-1901) “Spuntato Ecco il dì” da “Don Carlo” (arr. W. Marshall)
W. Marshall (1961) Improvise
L’inglese Wayne Marshall proviene da una lunga tradizione organistica che discende da Frescobaldi, Froberger, Buxtehude, Bach e Messiaen: una tradizione di virtuosismo, invenzione e improvvisazione. Il programma di questa sera è composto da opere non molto conosciute del repertorio del XX secolo, ognuna delle quali ha rinnovato a suo modo le forme canoniche della musica per organo. Basti pensare alla Toccata e fuga del canadese Andrew Ager, che riprende un genere organistico tradizionale e lo adatta ai tempi moderni: a partire da un Preludio basato su ritmi composti e sul continuo spostamento di accenti per arrivare alla Fuga, che si apre in Do maggiore e gradualmente si allontana dalle regole convenzionali (della fuga e della tonalità), terminando con un finale a dir poco infuocato. E così il texano George Baker (non solo organista e compositore di talento, ma anche rinomato dermatologo) nelle sue Deux Évocations, rileggendo in chiave moderna temi di origine gregoriana, rende omaggio a due pietre miliari della cultura organistica francese: Louis Vierne e Pierre Cochereau, entrambi organisti titolari della Cattedrale di Notre-Dame a Parigi. La Première évocation, dal carattere meditativo, fa uso di inni che sono associati alla Vergine Maria, già nel suo incipit, ad esempio, con un tema affidato alla pedaliera e accompagnato da dolci armonie. La seconda si apre su accordi agitati e pulsanti, con una citazione alla sequenza pasquale Victimae paschali laudesX e si sviluppa in una toccata entusiasmante, crescendo di volume fino all’imponente accordo finale. Vierne e Cochereau, si fecero un nome non solo come organisti e compositori, ma anche come brillanti improvvisatori. Per secoli, infatti, gli organisti sono stati ammirati per la loro conoscenza dei segreti dell’arte dell’improvvisazione. Come i suoi grandi predecessori che hanno plasmato il repertorio organistico, il nostro ospite è un improvvisatore esperto, un trascrittore appassionato e questo programma si conclude con la sua rilettura di due pagine operistiche di Giuseppe Verdi.